Giorno!!
‘Guarda te se questo qua deve tediarci di prima mattina con supercazzole nutrizionali.’
Avete ragione, I know!! Ma questa mattina le Instagram Stories di uno dei miei coach preferiti mi hanno dato l’ispirazione giusta per condividere con voi due idee. Complice anche qualche senso di colpa per il mio disordine alimentare dell’ultimo periodo!
L’aspetto nutrizionale non è mai stato un mio cavallo di battaglia (probabilmente perché sono un’ottima forchetta) anche se ho imparato sulla mia pelle che darsi delle regole aiuta, sempre!
Vado al dunque! Nell’era dove everything è fruibile everywhere, c’è parecchia confusione. E nel tunnel delle diete bisogna sapersi districare!
Personalmente, sia per me stesso che per i miei clienti, non sono mai stato un grande fan di tutte quelle strategie estremiste/full immersion/bacchetta magica che in un batter d’occhio dovrebbero farti diventare Belen Rodriguez o The Rock.
Per ottenere dei risultati, concreti, servono costanza, dedizione, pazienza e anche un pò di fortuna. Come in tutte le cose della vita!
Un regime alimentare equilibrato e decente è necessario, abbinato alla giusta dose di movimento e attività fisica, indipendentemente dai risultati estetici che vogliamo raggiungere. Bisogna star bene, poche balle!
Quindi?! Mi spiace deludervi ma non ho nessuna dieta da consigliarvi, quindi semplicemente condividerò un pensiero semplice, facilmente raggiungibile, e che io personalmente farei su me stesso.
‘EAT LIKE AN ADULT!’ disse un giorno l’intramontabile Dan John. Personalmente lo trovo geniale! La vita è già difficile di per sé, complicarla ulteriormente con diete insostenibili peggiora soltanto la situazione. E probabilmente si finisce per essere più stressati di prima, ottenendo esattamente il contrario e un bel carretto di frustrazione!
Someone recently asked me about “the secret to nutrition.” Seriously, you don’t know what to do about food? Here’s an idea: eat like an adult.
DAN JOHN
Semplificatevi la vita, datevi qualche regola corretta, e cercate di rispettarla. Come? KISS – Keep It Simple, Stupid!
- No fast food, merendine e quintalate di zuccheri e surrogati.
- Mangiate per l’85-90% verdure e frutta di ogni tipo e colore, delle buone proteine animali, bevete acqua!
- Non togliete i carboidrati, ma semplicemente distribuiteli meglio (#adoro).
- Concedetevi degli sgarri!
Si gente, bisogna sgarrare! In maniera contenuta e intelligente, ma non potete vivere felicemente una vita di costrizioni.
Questo non vuol dire che dovete sfondarvi di qualsiasi cosa abbiate voglia, ma concedersi dei fuori rotta è fisiologico e necessario!
Eat pizza, take your kids out for ice cream, have a beer with your colleague.
MARCO SANCHEZ
Senza integratori?!
L’integrazione è una parte fondamentale, non sempre indispensabile, e spesso più pericolosa dei pasti principali. Non improvvisatevi! Affidatevi ad un esperto che sappia darvi delle indicazioni intelligenti e salutari su cosa, come e quando integrare. Non si può vivere di sostitutivi pasto, beveroni e pilloline varie. Tanto state tranquilli: il beverone magico che vi sgrassa stando sul divano non esiste!
Dovete farvi il culo, sempre e comunque!!
Lo stesso vale se volete ottenere risultati importanti.
Queste semplici regole valgono e sono ottime per chi fa una vita normale e vuole darsi una regolata per stare meglio. Anche se possono darvi più risultati di quanto immaginiate!
In questo articolo sono presenti pensieri e convinzioni mentali del sottoscritto, anche non condivisibili!
Prendete e condividetene tutti, anche sui vostri canali.
ENRICO PALEARI
Home delivery Coach
Martedí 27 Novembre, presso l’auditorium di Galbiate, sarò ospite della seconda serata di #essereDONNAsempre.
Racconteró quella che è stata la mia esperienza di questi anni come trainer, condividendo il mio pensiero sull’allenamento femminile e sperando di riuscire a trasmettere qualche spunto interessante, e magari meno conosciuto.
Le donne che si allenano con me lo sanno, mi piace lavorare sulla forza, utilizzando anche degli adeguati sovraccarichi, allenando in maniera globale.
Sarà una buona occasione per sfatare qualche mito molto comune proprio sul tema femminile come i sempre rinomati ‘i pesi mi fanno ingrossare’ e ‘le braccia io non le alleno!’.
Vi aspetto!
ENRICO PALEARI
Home delivery Coach
Sapevate che da settembre sto lavorando con gli arbitri di calcio di Serie B?
Una buona occasione per condividere un argomento che mi ha sempre affascinato: lavorare con gli atleti.
Chiusa l’esperienza con l’Inter a fine giugno, avevo deciso di prendermi una pausa dal calcio.
Ad estate inoltrata, poco prima della partenza per le vacanze, mi si é presentata l’opportunità di seguire come preparatore atletico un piccolo gruppo di arbitri di Serie B, e categorie inferiori.
L’impegno si incastrava bene nella mia agenda, e sentivo di poter avere quella licenza poetica che mi avrebbe permesso di impostare il lavoro in maniera più libera, sfruttando le conoscenze portate a casa negli ultimi anni. Accetto e si parte!
Faccio una premessa che secondo me é fondamentale per il nostro ruolo di trainer.
Quando si ha a che fare con degli atleti, non è sempre facile inserire principi e mezzi di allenamento diversi da quello che é stato il loro vissuto. E se ritengo che questa cosa sia vera anche con la general population, con tutti i falsi miti del caso, nel calcio e limitrofi lo è ancora di più.
Senza girarci troppo attorno, siamo legati ad una preparazione atletica vecchio stampo, per molti versi ormai antica e superata, dove il lavoro aerobico e la corsa la fanno da padrone, e si programma in virtù dell’impegno partita: il lunedì scarico, il martedì carico, il giovedì velocità.
Quei pochi atleti, di più o meno elevato rango, che ho seguito lo sanno bene: mi piace lavorare sulla forza, mi piace lavorare sul muoversi correttamente, mi piace il lavoro coordinativo, mi piace l’alta intensità.
Praticamente tutto l’opposto a cui i miei arbitri erano stati abituati!
Il tutto indipendentemente dal risultato del match o del giorno della settimana. E soprattutto fregandomene del famoso principio della specificità secondo cui ‘siccome i miei arbitri fischiano x volte durante la partita, dovrei allenarli a fischiare meglio’ (l’avete capita?!).
Strategies? A mio parere due.
La prima: entrare a gamba tesa, stravolgendo la metodologia che si portavano dietro probabilmente da sempre, con i relativi rischi.
La seconda: una modifica graduale, inserendo nuovi elementi, instaurando un rapporto di fiducia probabilmente più immediato, con meno rischi.
L’opzione di mantenere il vecchio modello di lavoro, in cui non credo a pieno, non la considero neanche lontanamente! Ogni trainer deve sapere mettere in gioco la propria esperienza e professionalità, a volte anche sperimentando.
Dopo tutte queste supercazzole, cosa ho fatto questi primi due mesi con i miei arbitri?
Non ho stravolto, cercando di capire quali fossero le loro esigenze, il loro background e le loro caratteristiche fisiche e mentali.
Che idea mi son fatto? Forza: mai allenata, così come la parte coordinativa. Un’ottima resistenza generale (praticamente questi corrono e basta!!), che andava però completata con lavori più high intensity. Lavoro preventivo ‘aka’ correttivo da incrementare, con gli adeguati compromessi di tempo e spazio.
Poco alla volta, ho cercato di inserire queste cose con gradualità. Loro hanno risposto bene, e quindi questa settimana jolly!
Conscio della pausa campionato per le nazionali, e quindi di un loro status mentale meno focalizzato sul match (si, gli atleti sono psicopatici!), butto dentro per la prima volta una cosa che probabilmente non avevano mai fatto prima.
Chi mi conosce ormai lo sa, trovo il metodo Mike Boyle come uno dei più validi sul pianeta terra e quindi ‘viola, violino e violoncello‘ si va di foam roller e release miofasciale, stretching statico e attivo-dinamico, mobilità, per poi passare alla buona vecchia scaletta per coordinazione e pliometria.
Risultato? Una mezz’ora di allenamento diversa, con aspetti che non avevano mai assaggiato.
I feedback mi sono sembrati positivi, il lavoro é stato fluido e sensato, io sono soddisfatto per aver sfoggiato uno dei miei cavalli di battaglia preferiti.
Qui sotto vi riporto una parte del lavoro svolto! Non sono perfetti, I know! Ma d’altronde noi cosa siamo lì per fare?
Morale della favola? Fiducia, sensibilità, voglia di sperimentare e di osare.
Ah, non attaccatevi alla scusa del materiale a disposizione per tutti!
Io ho usato 5 rulli fai da te, 5 bastoni, 5 tappetini, 2 scalette, tutta roba facilmente reperibile.
DO YOUR JOB, ALWAYS!
NB. In questo articolo sono presenti pensieri e convinzioni mentali del sottoscritto, di probabile non totale condivisibilità da parte dei lettori. Pace e bene!
ENRICO PALEARI
Home delivery Coach
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EP – Home delivery Coach
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